Metodologia della perizia grafologica – Metodo grafonomico
Il metodo grafonomico, noto anche come metodo segnaletico-descrittivo, è adottato dai periti grafici delle Scuole di Polizia Scientifica delle Forze di Polizia di ogni parte del mondo.
Derivato dal Bertillon e migliorato dall’Ottolenghi in collaborazione con il Gasti, il Falco e il Sorrentino, rappresenta un salto di qualità perché considera il gesto grafico come espressione della personalità, dunque come prodotto cerebrale, psichico e neuromuscolare nella sua cinematica.
E’ un metodo scientifico che segue precisi criteri di protocollarità disponendo di una fase osservativa, segnaletica, confrontuale e conclusiva.
Il metodo consiste nella descrizione degli scritti nella loro totalità e nei loro componenti per identificare i connotati grafici personali, differenziandoli in caratteri generali e caratteri speciali.
Evidenzia i connotati salienti, che acquistano rilievo distintivo ai fini dell’identificazione per la loro eccezionalità, ma anche per la loro variabilità, identifica i contrassegni particolari, come i caratteri patologici, le oscillazioni, gli spezzettamenti di parole, le disgrafie, i simboli personali, gli errori di ortografia e di espressione.
Infine rileva le correlazioni tra i connotati e tra i contrassegni la cui risultante dinamica è rappresentata dal tipo grafico individuale che deve poi essere ritrovato nella scrittura del sospettato per poterne eventualmente affermare l’identità (relativa).
Nel gesto grafico l’Ottolenghi e la sua scuola vedono la risultanza dinamica di componenti cerebrali, neurotiche e muscolari, correlate alle funzioni superiori.
La grafia è osservata nella sua logica di movimento, nel ritmo, nelle traiettorie, nella pressione, nelle oscillazioni assiali, nelle dimensioni, nella forma, nella coesione e nella velocità.
I confronti scientifici osservano la scrittura come gesto o movimento isolato, ma nella sua solidarietà dinamica.
L’aspetto della scrittura che viene posto al centro dell’esame è il ritmo. Le ottime formulazioni del metodo, oltre che la visione dinamica del gesto grafico sono il principio della combinazione dei connotati e del tipo grafico individuale.
Metodologia della perizia grafologica – Metodologia grafologica morettiana
Quando lo scrivere diventa automatico, l’atto scrittorio si sottrae al controllo del cortex (conscio) per assumere le modalità emotive del subcortex (subconscio). Il movimento grafico si carica allora dei contenuti affettivi di quel momento e da atto grafico diventa gesto grafico. Il metodo grafologico coglie appunto l’espressività fisio-psichica del gesto grafico cioè la manifestazione neuromuscolare psichica e psicologica dello scrivente.
Tali modalità espressive sono state da tempo enucleate e pressoché unificate dalle varie scuole in un sistema segnico.
Un’altra connotazione fondamentale del metodo grafologico è quella di approfondire la genesi neurofisiologica del gesto grafico, rapportando le modalità gestuali ai centri nervosi interessati.
Essendo lo psichico radicato nel biologico, il metodo grafologico è in grado di attuare analisi grafo-genetiche, grafo-dinamiche e patognomiche.
Dall’analisi del tratto e tracciato si può individuare la tipologia scrittoria sotto l’aspetto somato-topico (grafia pallidaria, striaria, corticale), si può individuare l’efficienza funzionale, cioè la presenza o meno di turbative dei meccanismi neuromuscolari, formulare ipotesi su eventuali deficit dei centri interessati, desumere da tali dati indici sottili di individualizzazione e confronto.
Il metodo grafologico, va dunque, oltre la fase segnaletico-descrittiva ed inquadra i fenomeni in un’approfondita ricerca delle cause. Apporti fondamentali del metodo sono: la sostanzialità o accessorietà dei segni, la quantificazione degli stessi secondo la forza della pulsione che esprimono, la combinazione dei segni, il principio della dominanza, la teoria del gesto fuggitivo, la determinazione del temperamento dominante o delle spinte prevalenti dei vari temperamenti. Il metodo grafologico fa propri i principi confrontuali del metodo grafonomico, di cui condivide la fase osservativa, la visione dinamica, la sistematicità concentrica della ricerca, la prudenza del giudizio. Il salto di qualità consiste nell’integrazione della visione dinamica con l’espressività neurofisiologica e psicologica del gesto grafico.
Metodologia della perizia grafologica – Metodologia grafometrica
Grande pregio del metodo grafometrico, utilizzato da E. Locard, è quello di non considerare la forma statica della scrittura ma i rapporti dimensionali che si stabiliscono fra le forme grafiche in movimento, rapporti che empiricamente si mantengono costanti.
Secondo il metodo acquistano valore individualizzante di una scrittura i rapporti intergrammici, zonali, angolari, assiali, interlettere che vengono poi tradotti in diagrammi di rappresentazione e comparazione.
Curve analoghe corrispondono a probabile omografia, curve divergenti a probabile eterografia.
Il metodo presenta però alcuni limiti in quanto, pur se si dimostra rigoroso ed oggettivo nel corso della fase metrica, finisce con il degradarsi nella fase confrontuale in quanto, partendo da dati esatti, si accontenta di tolleranze (medie, ranges di variazione).
In pratica tutte le firme ad esempio al di fuori del limite di variazione delle autografe potrebbero essere considerate false.
Basti pensare però che aumentando la velocità di stesura l’interlettera aumenta più che in proporzione rispetto al calibro (perché predomina la vezione destra) sicché il rapporto del calibro al largo tra lettre diminuisce con l’aumento della velocità. Ne consegue che il confronto grafometrico fra grafie stese a velocità molto diverse fornirebbe dati contrastanti, incorrendo in differenze “inspiegabili”.
Il metodo comunque, supportato anche dalle moderne tecnologie (informatica, analisi statistica) può dare un apporto molto utile soprattutto nel campo della perizia dattilografica.
Testi tratti da: “Indagine Grafica nell’anonimografia – Dissimulazione e Simulazione grafica” (di Defeudis Cav. Nicola – Cirsone Prof.ssa Anna).
Metodologia della perizia grafologica: articolo a cura di Giuseppe Amico (Consulente grafologo ai sensi della legge n. 04/2013, autore anche sul sito www.peritocalligrafico.it).
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